mercoledì 13 agosto 2014

Tavecchio, le banane e i nuovi padroni del calcio

Il prossimo logo della Federazione Italiana Gioco Calcio?
[Photo: Globalist]
Immaginate un mondo dove i calciatori non sono asset delle squadre ma di fondi d'investimento, che comprano il loro cartellino. Immaginate un mondo dove i fondi d'invesitmento prestano i calciatori alle squadre perché questi si facciano le ossa in campo e diventino migliori, per valorizzare l'asset insomma. E le squadre sono ben felici di avere nella loro rosa un campione che non hanno dovuto comprare ma solo allenare e formare, oltre a pagargli lo stipendio. Immaginate che a quel punto siano felici anche le televisioni, che pagano alle squadre i diritti per la trasmissione delle partite. E immaginate un mondo in cui quando il fondo di investimento rivende il cartellino del calciatore (con ogni probabilità ad un altro fondo di investimento), una sostanziosa quota dell'affare (20-30 per cento) venga incamerata dalla squadra che ha fatto crescere il valore dell'asset, pardon del giocatore.

Ecco, se usate bene l'immaginazione capite che oltre le banane di Optì Pobà si apre un mondo nuovo, in cui soggetti patrimoniali esterni alle squadre determinano i destini del calcio (come del resto già accade ora col mondo sommerso delle partite truccate dalla criminalità organizzata italiana e internazionale che specula sulle scommesso). E capite come mai l'elezione del presidente Figc faccia oggi tanto scalpore. In gioco ci sono tanti tanti tanti soldi. E tutti sono contenti: fondi di investimento, squadre, Tv, calciatori a sontuoso stipendio. Fantascienza? Il sistema è tollerato dalla Fifa mentre non piace proprio per nulla alla Uefa, ma dal Brasile è stato già esportato in molti Paesi europei. E ora i fondi puntano al calcio italiano.

Tavecchio, che inizia la sua presidenza con la zavorra di un gaffe razzista fantozziana, è l'uomo debole che lascerà fare ai poteri forti, quindi l'uomo giusto al posto giusto al momento giusto?

Lo scopriremo solo mangiando (le banane).