mercoledì 27 giugno 2012

√ L'Angolo della Segnalata - Cap. 1

Pianeta Marte - Photo: Wikipedia
Inauguriamo oggi una nuova rubrica: l'angolo della segnalazione, anzi (oggi è in voga) L'Angolo della Segnalata. Non sei uomo di potere se non segnali qualcuno anzi qualcuna. La differenza è che da blogger mi prendo la libertà di segnalare all'attenzione dei miei 25 lettori due autrici di livello, simpatiche spiritose e competenti, oltre che attiverrime su Facebook e Twitter. Ovviamente anche qui c'è una sordida contropartita, un bieco do ut des: che le signore mi segnalino sui loro gettonatissimi blog e sui social :)


Gli ebook che vi indico sono personalmente testati, vidimati e autorizzati da #olivati, quindi se vi piacciono è merito mio, se non vi piacciono dipende dalle autrici...


Chiara Poli, una delle maggiori esperte italiane di telefilm e fiction, pubblica la sua bibbia:


Maniaci seriali

Rita Carla Francesca Monticelli scrittrice di fantasy e sci-fi esce con il primo capitolo del Romanzo Definitivo sul Pianeta Rosso:


Deserto rosso - Punto di non ritorno

E ora per concludere passiamo alle cose serie: sto scrivendo Mission to Mars, la drammatica storia di un disperato che cerca la famosa barretta al cioccolato per tutta la città, senza trovarla...

martedì 26 giugno 2012

√ AT Alligator Turtle, una risorsa dialettica per #Facebook e #Twitter

"E' qui che si mangia?" Photo: Animal Planet
Fa caldo, fa molto caldo. La mente si obnubila, il corpo si spossa, le sinapsi sfrigolano come cavi elettrici sbucciati. Ne risente (è fatale) anche la qualità della conversazione e del dibattito sui social network, Facebook e Twitter. Una notiziola ci soccorre: ritrovato nei campi dell'hinterland milanese un pericoloso esemplare di alligator turtle o tartaruga-alligatore. Che cos'è? Un tartarugone assassino e incazzoso di un quintale, che si appiatta nelle paludi della Florida per saltar fuori e azzannare tutto ciò che gli passi davanti, cani e umani compresi.

Insomma un pitbull dei rettili, un killer che ti azzanna senza indugio alle caviglie e non molla la presa facilmente. Ideona: dato il deperimento della qualità e civiltà del dialogo web 2.0, perché non usare il simpatico AT (in senso figurato eh...) per tagliar corto con le conversazioni inutili e gli scambi polemici senza costrutto? Litigarello online? Ahmmm!!! arriva AT e il litigio finisce. Quindi d'ora in poi quando lo scambio su Facebook o Twitter è al calor bianco e rischia di andare per le lunghe, chiamerò il mio irritabile amico AT e poi son cavoli vostri: see you later, alligator :) 

Siete pronti: ahmmmm!!!!!

sabato 23 giugno 2012

√ HITLER: LA MANIPOLAZIONE COSTITUZIONALE

APPROFONDIMENTO SULLA MANIPOLAZIONE COSTITUZIONALE OPERATA DA HITLER (per il post di riferimento clicca qui)

Adolf Hitler 1889 - 1945
http://www.dircost.unito.it/dizionario/pdf/Losano-CostituzionalismoTedesco.pdf

"1. L'ascesa al potere del nazionalsocialismo.

(...) Il 30 gennaio 1933 il partito aveva preso una tale forza, che il Reichspräsident Paul von Hindeburg nominò Adolf Hitler Reichskanzler. Già il 1° febbraio il Reichstag venne disciolto. L'incendio dell'edificio del Reichstag, il 27 febbraio, offrì poi il pretesto per emanare il cd. “decreto occasionato dall’incendio del Reichstag” (Reichstagsbrandverordnung), seguito dalla legge dei pieni poteri (Ermächtigungsgesetz, del 24 marzo 1933): con essi veniva sospesa la costituzione di Weimar, facendo uso dell'articolo 48 che consentiva la legislazione speciale.
Iniziava così una ristrutturazione dello Stato, caratterizzata dalla compenetrazione fra apparato statale e partito nazionalsocialista, secondo una rigida struttura piramidale in cui il po tere scende dall'alto verso il basso (Führerprinzip). Questa concezione dello Stato rifiutava la funzione regolatrice del diritto, come del resto aveva illustrato lo stesso
Hitler in Mein Kampf, nel capitolo dedicato allo Stato. Il Reichstag continuò ad esistere sino alla catastrofe finale della Germania: tuttavia il parlamento, di uno Stato retto da un partito unico, aveva la solo funzione di approvare plebiscitariamente ogni decisione del Führer. Così avvenne infatti; e il numero di leggi approvate dal Reichstag andò diminuendo, sostituito dagli atti amministrativi e normativi degli organi di governo.

2. L'abolizione dei diritti fondamentali.

Dal punto di vista formale, la Reichstagsbrandverordnung continua la legislazione d'emergenza che era andata crescendo nella repubblica di Weimar, mentre l'Ermächtigungsgesetz è formalmente una legge emanata dal Reichstag. Quello che in esse è anomalo è il contenuto, che, con la Verordnung, sospende le garanzie costituzionali e, con l'Ermächtigungsgesetz, trasferisce al governo il potere legislativo.
Con ciò la costituzione di Weimar non è abrogata, ma è sospesa.
Il governo nazionalsocialista non sentiva il bisogno di emanare una nuova costituzione, così come non sentiva, in generale, la necessità di fondare su nuove leggi le sue azioni. Il diritto era sentito come un vincolo inutile per la volontà del Führer e la legislazione era quindi ridotta al minimo ritenuto indispensabile.
Per il breve periodo nazionalsocialista – dodici anni – non esiste quindi una
costituzione da analizzare, poiché continuava a essere in vigore, ma inapplicata, la costituzione di Weimar. Ernst Rudolf Huber – uno dei giuspubblicisti più in vista della Germania, anche dopo la fine della guerra – scriveva nel 1940: “La costituzione nazionalsocialista è nel suo nucleo istituzionale un codice non scritto di idee politiche guida (…). La forza della rivoluzione nazionalsocialista (….) si manifestò nella sua capacità di togliere efficacia alla costituzione di Weimar tramite semplice inosservanza e
fondazione di un nuovo ordine politico, non essendo più necessaria un’abrogazione esplicita. Non meno superficiale fu tuttavia l’opinione sostenuta in vario modo all’estero secondo cui il nazionalsocialismo, superando il modello liberaldemocratico della carta costituzionale, avrebbe rinunziato a ogni “costituzione” e a un diritto costituzionale vincolante. (…) La costituzione nazionalsocialista dell’Impero è stata sviluppata gradualmente nel corso di una ricostruzione pianificata e razionale dell’ordine politico; il
diritto non ha anticipato la costruzione politica, ma è stato sviluppato in modo organico nella costruzione e nel potenziamento dell’Impero”8.
Le norme qui di seguito prese in considerazione sono quelle con cui il
nazionalsocialismo paralizzò la costituzione di Weimar, aprendo la via all'emanazione di norme senza alcun controllo parlamentare."

√ INGREDIENTI DELLA DITTATURA: IL CASO HITLER

Case history: Hitler 
Weimar 1938: Hitler arringa la folla - Photo: Indire
Fonte: Wikipedia, Treccani

Genesi di una dittatura, il caso Germania 1933. Pura riflessione storica senza riferimenti all'attualità (detto senza ironia). Commenti sulla situazione politica attuale saranno cancellati (mi adeguo allo stile ehehe).

1) Ascesa elettorale democratica del leader carismatico, controllo dell'informazione, eliminazione degli avversari politici

Essendosi assicurato il potere politico supremo in maniera legale con libere elezioni, Hitler rimase estremamente popolare fino ai momenti finali del suo regime. Era un maestro di oratoria, e con tutti i mezzi d'informazione tedeschi sotto il controllo del suo capo della propaganda, Joseph Goebbels, egli fu in grado di persuadere la maggioranza dei tedeschi che era il loro salvatore; dalla depressione, dai comunisti, dal trattato di Versailles e dagli ebrei. Su quelli che non ne erano persuasi, le SA, le SS e la Gestapo (la Polizia segreta di stato) avevano mano libera, e a migliaia scomparirono nei campi di concentramento. Molti di più emigrarono, compresi circa metà degli ebrei tedeschi. (Wikipedia)

2) Manipolazione verticistica del sistema costituzionale 

Quando Hindenburg morì, il 2 agosto 1934 Hitler, che, in quanto già capo del governo (Cancelliere del Reich), non poteva diventare anche Presidente del Reich (capo di stato), creò per se una nuova carica, quella del Führer, che in pratica gli consentì di avere i poteri del capo di stato. Egli era Führer und Reichskanzler (Guida e Cancelliere del Reich). Dal 1934 sino alla sua morte in Germania non ci sarà nessun Presidente del Reich.(Wikipedia)

Vale la pena di notare che Adolf Hitler, divenuto cancelliere il 31 gennaio 1933, non abrogò mai le leggi che garantivano ai tedeschi i loro diritti civili e politici, ma si limitò a sospenderle "temporaneamente", per porre fine ai disordini in cui versava la Germania. Tali leggi vennero ripristinate solo dopo la sconfitta del Terzo Reich nella seconda guerra mondiale. (Wikipedia)

Anche se tecnicamente, la costituzione del 1919 non venne mai revocata interamente fino a dopo la seconda guerra mondiale, le misure legali prese dal governo nazista nel 1933, che sono comunemente conosciute come Gleichschaltung, in effetti distrussero tutti i meccanismi forniti da un normale sistema democratico, è quindi comune segnare il 1933 come la fine della Repubblica di Weimar. (Wikipedia)

APPROFONDIMENTO SULLA MANIPOLAZIONE COSTITUZIONALE OPERATA DA HITLER


3) Controllo terroristico del quadro politico

Dichiarava da un lato di voler rispettare la legalità nelle modifiche costituzionali, dall'altro impegnava il partito in un'azione violenta di squadrismo terroristico. (Treccani)

4) Assoggettamento totale della società in tutti i suoi aspetti: la "Sincronizzazione".

La parola tedesca Gleichschaltung (variamente traducibile come sincronizzazione, coordinamento, allineamento, messa in riga) venne utilizzata per descrivere il processo compiuto dal regime nazionalsocialista per esercitare un controllo totale sull'individuo attraverso la coordinazione di tutti gli aspetti della società, della politica e del commercio. Il maggior obiettivo della Gleichschaltung fu di orientare il pensiero di ogni cittadino tedesco in una direzione compatibile con l'ideologia ufficiale del Partito, eliminando ogni forma di individualismo. (Wikipedia)

http://it.wikipedia.org/wiki/Gleichschaltung#Politica_e_istruzione 

mercoledì 20 giugno 2012

√ Viva la Topazio!

La vulcanica capo ufficio stampa rianima l'estate dei Fantozzi e delle Pine


Photo: Sonia Topazio (dal suo profilo Facebook)
Estate, quella che gli inglesi chiamano The silly season. Per riaverci dalla canicola di Scipione l'africano niente di meglio di uno scandaletto pruriginoso con al centro una bella donna dal passato peccaminoso e in odor di raccomandazione dal solito politico manilunghe. Sonia Topazio (già il nome si presta a simpatici calembours) è il capo ufficio stampa del INGV, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. E sin qui, crediamo che i nostri 25 lettori non ne avessero mai sentito parlare. Qual è il casus belli? Che in scadenza del contratto (da precaria) della signora, si è scatenato un tamtam sul suo passato di attrice pornosoft e sul fatto di aver ottenuto il suo precario posto di lavoro grazie alla segnalazione (ohhh) di un politico (ohhhhhhhhhhhhhh). 


La signora Topazio non nega nulla e si difende da donna intelligente oltre che bella (perché bella è bella, ora che ha 42 anni più di quando ragazza lavorava alla corte di Tinto Brass): ella dice che quando è entrata al INGV i concorsi erano chiusi e si passava solo per chiamata diretta ergo per segnalazione, che non è entrata con incarico stampa ma vi è stata dirottata e ha costituito dal nulla l'ufficio stampa dell'importante ente noto a livello internazionale, che si è iscritta indi all'ordine dei giornalisti, che è titolata allo scrivere in quanto laureata in lettere con 110 e lode, che del suo passato non rinnega nulla e anzi fare l'attrice di cinema e teatro le piaceva molto, ma non si vive di gloria. Sul fatto che il politico suo segnalatore fosse il suo amante dice che era sì il fidanzato, ma di una sua amica, e non ne fa il nome (credo per evitare effetti vulcanologici). Fa poi un'intelligente provocazione: "E se invece dicessi che mi ha segnalato mio zio che lavora in un ente pubblico andrebbe meglio?". Le hanno anche attribuito un flirt con un professorone dell'istituto, cosa che nega recisamente.


Qual è la colpa della signora Topazio? Di essere stata segnalata, nel paese della raccomandazione e del cuggino, dove i concorsi sono bloccati e si entra per chiamata diretta? Di avere fatto l'attrice per Tinto Brass in una vita precedente, mostrando una tetta o una chiappa? Di subire il pettegolezzo aziendale che colpisce tutte le belle donne degli uffici, che se bevono un caffè alla macchinetta con un collega, sicuramente ci han fatto le peggio cose a letto? Suvvia. La colpa della Topazio (ancora con sto nome mannaggia) è una sola: non essersi rassegnata alla grigia  monotonia dei suoi comunicati stampa vulcaniani (leggete per credere) e continuare a vestirsi come la fiamma del peccato. Invece di un tailleur blu o della mise femminile internazionale jeans e camicia la Nostra prosegue imperterrita con scollature e spacchi, foto con le labbra a forma di cuore su Facebook e tutte le debolezze che rendono simpatiche le belle donne quarantenni et ultra, che non capiscono che alla loro età sono molto meglio di quando erano ragazze, inesperte della vita e con le guanciotte pagnottelle.


Ecco allora che i Fantozzi e le loro mogli (le Pine) guardano sbavando rosi dall'invidia nelle loro mise ascellari, salvo poi insorgere a difesa della moralità contro la svergognata, dipinta come la Bocca di Rosa di De Andrè: e Twitter non fa eccezioni, con le fanciulle emancipate che si lanciano in anatemi degni della vecchietta con lo scialle nero in testa dei quadri di Guttuso. Segno che gratta gratta, sotto l'aifone e il tablet sempre paese rurale e arretrato, provinciale e bacchettone restiamo, il mondo piccolo di Don Camillo e Peppone.


Che dire? Una sola cosa: W la Topazio! 

domenica 17 giugno 2012

√ #Calcioscommesse: il racconto del calciatore

Photo: Il Consumatore
SOCCER BABYLONIA
#ilraccontodelcalciatore di serie C in treno 23/01/12 

#ilraccontodelcalciatore cominciò così: davanti a me ricevette telefonata in treno da collega che gli chiedeva dritta partita sua squadra

#ilraccontodelcalciatore 1) tutti scommettiamo, con parenti o prestanomi o anche direttamente. ci tel. e scambiamo dritte su ns squadre.

#ilraccontodelcalciatore 2) ci conosciamo tutti da sempre xk le società mandano i giovani a studiare nello stesso istituto che sta a roma.

#ilraccontodelcalciatore 3) dallo scambiarsi dritte sulle squadre x scommesse alle combine il passo non è lungo e tutti lo sanno.

#ilraccontodelcalciatore 4) molte squadre in serie C vanno male xk gli spogliatoi vogliono cacciare l'allenatore

#ilraccontodelcalciatore 5) una volta ho intuito la combine e mi sono fatto espellere x non partecipare, fallo + VFC all'arbitro, 2 gg squal

#ilraccontodelcalciatore 6) ciononostante presi manata in faccia da capo ultrà sospettoso, noi siamo amici della curva, che ci giudica.

#ilraccontodelcalciatore vi interessa il punto 7)? occhio che è fortino... ;)

#ilraccontodelcalciatore 7) diffuso doping anabolizzante, analgesico, cocaina. provvidenz. infortuni in allenamento tolgono dal campo dopati.

#ilraccontodelcalciatore vi avverto, il punto 8) è tombale sul sistema-calcio

#ilraccontodelcalciatore 8) le società sanno tutto e sono parte integrante del sistema, combinano partite da sempre x classifica.

#ilraccontodelcalciatore 9) come fanno società a comprare partite? dando in cambio giocatori in prestito, senza prest squadre piccole KO

#ilraccontodelcalciatore insomma partite di calcio = corse tris dei cavalli: tutte combinate, da società x classifica+scomesse giocatori

sabato 16 giugno 2012

√ Biscottificio Italia: un calcio all'onestà


Gigi Buffon - Photo: Bonusscommessesportive

L’EDITORIALE
Temiamo 
il biscotto?
Sappiamo 
come si fa

  • Sabato 16 Giugno 2012
  • L'Eco di Bergamo

I cani da tartufo del calcio italiano sentono l'odore. Sono segugi mica da ridere. Se c'è un biscotto in giro, te lo beccano a distanza di chilometri. E adesso, sentono forte l'odore, un odore con un ché di familiare. Fa semplicemente sorridere il timore italiano che, adesso, Spagna e Croazia si mettano d'accordo per confezionare un bel 2-2 nel match di lunedì sera, e insieme un bel biglietto per il charter italiano di ritorno. Fa sorridere, perché solo una manciata di giorni fa il capitano della nostra nazionale, la supposta vittima, esponeva con una nonchalance da faccia di tolla la teoria del «meglio due feriti che un morto». Tradotto: una mano lava l’altra, e pazienza per quelloche poi paga il conto di tutto.
Adesso l’affare si complica, 
perché se i due feriti fosseroSpagna e Croazia, il morto sarebbe l’Italia. E infatti, è scattata la corsa a chi sospetta di più. Sarà una partita che i cani da tartufo del calcio italiano vivisezioneranno in ogni dettaglio. Una tac per ogni passaggio all’indietro, timbri di autenticità per ogni palla svirgolata. Per non parlare dell’arbitro: dietro ogni rigore ci sarà una bustarella sicura.
Ecco: se la corsa al sospetto è cominciata subito dopo le due partite di giovedì, ci sono due belle ragioni. La prima, ineludibile: un biscotto all’Italia l’hanno fatto per davvero,
nel 2004, quegli artisti di Svezia e Danimarca. E anche quella volta il savoiardo arrivò con
un bel 2-2. La seconda, a nostro avviso ben più corposa, va ricercata nella cultura
(anti)sportiva del calcio italiano. È infatti curioso che un movimento calcistico che da oltre
un anno è invischiato fino al collo nel fango del calcioscommesse, che coinvolge almeno
quattro categorie, con calciatori che frequentavano più boss malavitosi che veline, è
curioso che un movimento così alzi il ditino lanciando il sospetto su altri. Certo, non cadiamo dalle nuvole: il calcio non è un mondo di ballerine e la possibilità del biscotto, lunedì sera, c’è.

Ma che siano 
proprio gli italiani ad aprire il dibattito, insomma, fa specie.
Il problema è questo: gli italiani la cultura del biscotto, dell’accordino, del dar di gomito
che tanto nessuno ci vede, ce l’hanno dentro. È perfetta l’enunciazione di Buffon: è la fotografia di quel che tanti pensano, e ancor più grave tollerano, considerano normale. 
Se adesso temiamo il biscotto di Spagna e Croazia, insomma, è perché sappiamo bene
come si fa, è perché in Italia si pensa sempre che oltre al campo ci sia anche una seconda via
per farla franca, è perché c’è sempre più la sensazione di un calcio perennemente con le mani in pasta, con fior di liberi docenti in biscottologia sempre pronti a tenere lezioni.

Abbiamo mezza serie A che fa la passerella dal giudice Palazzi, classifiche che si sconvolgeranno, e c’è ancora il coraggio di sospettare. Perché?
Perché, nei panni della Croazia, avremmo già fatto una telefonatina all’amico degli amici, che conosce uno che la sa lunga, cugino di un altro che alla fine dice che se po’ ffa.
Roberto Belingheri

mercoledì 13 giugno 2012

√ Della guerra


Carl von Clausewitz (1780 – 1831)
von clausewitz, grande generale e stratega militare prussiano, afferma nel suo trattato "della guerra" che "la guerra è la prosecuzione della politica con mezzi diversi". in realtà la massima va letta allo specchio: la politica è la prosecuzione della guerra con mezzi diversi.

in guerra, il soldato non deve pensare, o peggio ancora parlare, discutere e interloquire. deve solo obbedire agli ordini. i blocchi territoriali e geopolitici che si vanno a formare nell'imminenza del conflitto servono proprio ad isolare, emarginare e mobbizzare i liberi pensatori. qualsiasi elaborazione politica personale va bandita, il singolo scompare dentro la collettività. le masse si muovono come un organismo di livello superiore, con le membra e gli organi composti da gruppi organizzati di persone. 

in guerra si applica una logica elementare, con un regresso animale, imperniata su 3 coppie binarie: mio/tuo, amico/nemico, attacco/difesa. ogni altra categoria dialettica è vista con sospetto. o con noi o contro di noi. 

qualsiasi introspezione, ragionamento, analisi, comporta necessariamente dubbi, opzioni alternative, consapevolezza dell'aleatorietà dell'azione umana. ma in guerra non possono esserci dubbi. ne va della tenuta della macchina bellica, ma sopratutto della compattezza del corpo collettivo chiamato ad esprimersi nella lotta. in guerra i nemici non sono visti come esseri umani, ma come demoni, mostri, alieni, razza diversa e aberrante da annientare. in guerra dio è con noi, chi sta contro di noi non merita nessuna considerazione. il nemico viene deriso, sbeffeggiato, provocato, ucciso prima simbolicamente e poi fisicamente.  

forse è vero che la guerra, come dice marinetti, sia "sola igiene del mondo". certo è che in questo processo di purificazione attravarerso il sangue, reale o simbolico, l'uomo mette tra parentesi la sua differenza dal mondo animale, la cultura, la morale, la religione, tutti aspetti che vengono anzi asserviti alla propaganda bellica, snaturandosi profondamente e svuotandosi dall'interno. 

la guerra si conclude con un vincitore e un vinto. "vae victis" dicevano i romani, guai ai vinti. ma guai ai vincitori, se non capiranno che gli sconfitti, terminato il conflitto, ritornano ad apparire come esseri umani di cui, paradossalmente, i vincitori hanno la responsabilità. l'unico modo per riportare unità e coesione sociale dopo una guerra è annullare le differenze tra vincitori e vinti. mettere fine all'occupazione militare del territorio soccombente e ricostituire l'unità della nazione, o dell'organismo sovranazionale derivante dall'esito del conflitto, in una sintesi superiore, superando la frattura dialettica. per questo lincoln dopo la guerra civile americana, togliatti dopo la guerra di liberazione in italia, proclamano l'amnistia verso tutti i crimini di guerra. per questo un grande testo della cultura tradizionale cinese, "l'arte della guerra" di sun tzu, predica al vincitore di "catturare intero e intatto il nemico", portandolo dalla sua parte.

martedì 12 giugno 2012

√ Dell'aggressione, fisica e politica

Photo: Radiortm
Nella vita mi è successo di patire moltissime aggressioni politiche, e una sola aggressione fisica. La cosa affascinante è che la fenomenologia è molto simile, seppur in gradiente quantitativo. Nell'aggressione fisica tutto è amplificato, in quanto l'essere umano rischia la vita ed entra quindi in una modalità di autoconservazione immediata e potente.



Il tempo rallenta, si ferma quasi, tanto che ripercorrendo la sequenza dell'aggressione con gli occhi  della mente la si rivede al rallentatore. I sensi si acuiscono, l'adrenalina rende subito disponibile la potenza del corpo e la cabina di comando del cervello si sposta nelle sue parti più arcaiche ed animali, ipotalamo e amigdala. Difendersi e scappare le parole d'ordine.



L'aggressione politica, non la critica anche aspra intendo ma l'imboscata bastarda, ingiusta, calunniosa e falsa, insomma l'aggressione a freddo da figli di puttana, il siluro del sicario, non provoca emozioni diverse: solo meno intense ma più sorde e insinuanti, che ti restano sotto pelle a lungo e ti avvelenano a lento rilascio. Anche qui le reazioni sono le solite due: difendersi e/o scappare, qui inteso come ignorare.



Se il cagoulard è un minus habens e si tratta di insulti mai replicare, scenderesti al suo livello e lo faresti brillare della tua luce riflessa, che è quello che vuole. Se (pur restando un demente) il sicario elabora una visione distorta della realtà, una visione che fa perno sulla sua autoproclamata grandezza, allora si deve intervenire ristabilendo la verità. Ma sempre senza dargli troppa importanza considerato che lui, per avere il suo quarto d'ora di celebrità, ha dovuto cercare di far le scarpe a te, che lo ignoravi bellamente.

Eat my dust, loser :)

domenica 10 giugno 2012

√ Perpetuum mobile: i corsi e ricorsi del potere


Giambattista Vico (1668 – 1744)


(A) Genesi della dittatura.

1) Ascesa elettorale democratica del leader carismatico, controllo dell'informazione, eliminazione degli avversari politici.

2) Manipolazione verticistica del sistema costituzionale.

3) Controllo terroristico del quadro politico.

4) Assoggettamento totale della società in tutti i suoi aspetti: la "Sincronizzazione".

(B) Mantenimento del potere assoluto: "lo stato sono io".

1) Totale identificazione dell'istituzione con il leader carismatico: il corpo del sovrano diventa l'icona simbolica che riassume in sé l'istituzione, egli è ubiquo e onnipotente, tutto governa, dirige e mantiene nell'essere con la sua presenza fisica. Al suo cospetto tutti ammutoliscono, il chiacchiericcio si smorza, alla parola del popolo subentra l'ascolto stuporoso e fascinatorio del verbo del sovrano.

2) Negazione del pluralismo democratico: il sovrano ascolta (con apparente distrazione) tutti ma poi fa come meglio crede, rispondendo direttamente all'ordine divino da cui discende.

3) Traslazione delle lotte di potere all'unica lotta per i favori del sovrano, centro di gravità permanente dal quale tutto nasce e al quale tutto ritorna: la dialettica politica viene declassata a baruffa di corte, sotto l'occhio paterno e condiscendente del sovrano, il quale solo ha il potere di dirimere ogni controversia.

4) Governo della corte con la tecnica del "divide et impera": il sovrano genera contrasti tra i cortigiani per poi appianarli con la sua autorità e il suo fascino personale, i cortigiani combattono per avvicinarsi all'orecchio e alla bocca del sovrano, al quale nulla sfugge e che ha potere assoluto sulle loro fortune. Egli può innalzare l'inetto per farsene valletto, e annientare senza esitazione chi gli fa ombra. 

5) Alla fine l'istituzione cessa di esistere in quanto tale, per diventare un'estroflessione del corpo del sovrano assoluto. Egli si compenetra in modo mistico con il popolo, alla cui materia dionisiaca di pulsioni e desideri inespressi dà forma apollinea e olimpica di struttura statale immutabile e perfettamente ordinata,con rigido principio gerarchico e trasmissione del flusso informativo dal vertice alla base.

(C) Crisi del modello assolutistico: la rivoluzione.

1) Incapacità del sovrano di dare risposta alle istanze del popolo: l'accentramento provoca, da un certo punto di svolta temporale, lo stallo e la paralisi del regno, che entra in una fase involutiva.

2) Accentuazione dell'aparato repressivo: all'autorevolezza mistica subentra l'autorità, alla parola salvifica del sovrano le picche dei suoi giannizzeri.

3) Organizzazione dell'opposizione popolare: la repressione provoca in modo dl tutto naturale la cessazione dell'incantesimo fascinatorio. "Il re è nudo", e a quel punto comincia la rivolta del popolo contro quello che non viene più percepito come potere di origine divina.

4) Caduta del sovrano: egli diventa il capro espiatorio di tutti i mali del mondo e viene rinnegato dal popolo e dalla sua stessa corte, che rompe le righe nel "si salvi chi può". Spesso è proprio la corte, con le sue frange più politiche e opportunistiche, a cavalcare il nuovo corso, sostitutendo il potere assoluto del re con il governo di un'oligarchia di gerarchi retta da un front man. Oppure potrebbe essere un outsider ad approfittare del momento di crisi, scalando il potere con l'uso di un linguaggio demagogico e suggestivo di grande impatto popolare. Dietro al nuovo principe (quale che sia, oligarchico o populista) in genere si muovono gli stessi poteri e interessi economici che sostenevano la precedente leadership: essi si limitano a scendere da un taxi per salire su un altro, che li porti alla destinazione da loro prescelta.

5) Ripristino della democrazia, manipolata dal nuovo principe con grande ricorso a parole d'ordine populistiche.

E il ciclo si chiude, per poi ricominciare con una nuova dittatura...

√ The Incipit

Oggi nasce un nuovo blog di pensierini politici in libertà, postati a titolo rigorosamente personale. Mamma, guarda come mi diverto! :)