mercoledì 30 aprile 2014

Job Act, ovvero girare intorno al lavoro



http://www.tubechop.com/watch/2713365

Il mitico Job Act di Renzi creerà davvero posti di lavoro? Una mia considerazione a La Gabbia del 23/04/14, con la conclusione del conduttore Gianluigi Paragone: "il lavoro va pa-ga-to!"

domenica 20 aprile 2014

Fuori i mafiosi dal Tempio

Annullata una processione pasquale in Calabria per infiltrazione mafiosa. Il vescovo non accetta l'ordine del prefetto di far portare le statue dei santi dai volontari della Protezione Civile anziché dagli uomini vicini alla ndrangheta. Fioriscono polemiche e commenti. Mi spiace ma questa volta non riesco ad essere politicamente corretto.

Vogliamo dirlo che le mafie nascono tutte come società segrete a sfondo religioso, vogliamo dirlo che i mafiosi sono uomini di religione oltre che di politica e di controllo militare del territorio, vogliamo dirlo che nelle loro case c'è pieno di santi Micheli Arcangeli Madonne trafitte dalle 7 spade Gesù cristi ecc.? Diciamolo, perché se non si recide questo nodo gordiano inutile poi fare le scenette sulle processioni.

Quindi quel vescovo che si fa riprendere mentre i fedeli gli baciano feudalmente l'anello, è quantomeno connivente con un certo andazzo, perchè non venitemi a dire che lui non sapeva cosa ci fosse dietro le processioni. Ma dirò di più se io fossi un cristiano di Calabria, e sapessi come tutti sanno che le statue nelle processioni sono portate dagli ndranghetisti, io a quelle processioni non andrei, mandando quindi un messaggio molto preciso. Finiamola di dire che è colpa del sistema, il sistema è fatto da noi.

Nessuno salverà un popolo dagli oppressori che portano le statue in processione mentre il popolo applaude. Evidentemente a quel popolo va bene così.

Infatti nel paese dove hanno accettato di far portare le statue dalla Protezione Civile, metà popolazione per protesta ha disertato la processione senza mafiosi. È chiaro che quel popolo in realtà è diviso in due popoli, a questo punto bisogna vedere quale dei due popoli prevarrà. Ma questa cosa non la possiamo decidere noi qui dal Nord dove mangiamo la polenta, la dovete decidere voi cari amici del Sud.

La mafia senza il consenso popolare può fare poco, non dimentichiamo  che il boss mafioso Brusca decise di collaborare quando vide che la popolazione siciliana applaudiva il suo arresto. Questo a suo stesso dire fu per lui un grande shock culturale e politico.

È il popolo che deve far fallire quelle processioni infiltrate dalla ndrangheta, cacciando i mafiosi dal Tempio. Basta non partecipare.

sabato 19 aprile 2014

Tecnico, politico o bravo? Il tormentone delle nomine nelle società pubbliche



http://www.tubechop.com/watch/2583077

Ad ogni tornata di nomine dei vertici delle società pubbliche si srotola il tormentone: "Vogliamo i tecnici! Fuori i curriculum! Basta con gli amici degli amici!". Nella puntata de La Gabbia dedicata alle "Poltrone Renzi" dico telegraficamente perché il problema, nelle società partecipate dal Tesoro, è un po' più complesso dell'assunzione di un manager in una società privata...

martedì 15 aprile 2014

Fenomenologia dei black bloc



http://www.tubechop.com/watch/2537442

A La Gabbia il conduttore Gianluigi Paragone mi dà la parola per una breve riflessione sul misterioso e annosissimo fenomeno dei black bloc.

Per approfondire

lunedì 14 aprile 2014

Stiamo Serenissimi

Dei Serenissimi e del loro pittoresco Tanko (buffo ma armato di cannoncino) non si sente già più parlare. C'è una gran voglia, da parte della politica e della stampa, di archiviare l'episodio come esempio di folklore venetista deviato. Trattamento analogo a quello riservato ai Forconi, versione 2.0 dell'eterno inconcludente Masaniello italico.

Sia i Forconi che i Serenissimi ci mettono del loro a ridicolizzarsi, con le loro urla scomposte, l'accento marcato (veneto o meridionale che sia) di chi non ha frequentato l'Accademia, gli slogan ingenui e populisti, le vene del collo gonfie di una rabbia che sfugge a qualsiasi mediazione politica. Eppure sottovalutare questi campanelli d'allarme è un errore imperdonabile. Significa non cogliere i segnali di pericolo che arrivano dal territorio profondo, in preda alla peggiore crisi economica dal Dopoguerra.

L'appello del Veneto indipendentista deve essere raccolto. Non per andare ad un'assurda e improbabile secessione, ma per attuare un vero decentramento funzionale e fiscale. Va applicato il principio di sussidiarietà, che prevede che i soldi vengano spesi dalla politica il più vicino possibile al cittadino, che così può controllare come vengono utilizzate le sue tasse e orientare di conseguenza le sue scelte elettorali. Insomma il principio "pago, vedo, voto" che oggi non è applicato perché i soldi delle tasse finiscono nel calderone romano e perdono tracciabilità. Qualcuno sa a cosa è servita di preciso l'addizionale statale della tassa sui rifiuti? Come sono stati spesi dallo Stato quei soldi?

Nella puntata della trasmissione La gabbia del 06/04/2014, intitolata "Lo Stato nel mirino", prendo la parola per un breve commento su quel che manca ai Serenissimi per essere utili a tutti noi.



http://www.tubechop.com/watch/2528530

domenica 13 aprile 2014

Il mistero misterioso dei black bloc

Graditissimi i vostri commenti e spunti di riflessione, anche qui...

domenica 6 aprile 2014

Renzi ha ucciso Silvio, e il prossimo e' Grillo

«L’allievo ha ucciso il maestro, come in Kill Bill»
L'Eco di Bergamo, 6 aprile 2014

«C’è qualcosa di dramatico sulla scena politica italiana di questi mesi», ci dice Alessandro Amadori, politologo ed esperto di comunicazione, autore di diversi volumi su Berlusconi. «Siamo allo scontro amletico, ai duelli omerici tra big men. Quelli della Seconda Repubblica in confronto erano minuetti settecenteschi».

Perché parla di duelli amletici?

«Stiamo assistendo a una distruzione del sistema che sarebbe parso inimmaginabile dodici mesi fa. I toni sono da scontro per la vita e per la morte (politicamente parlando). E sullo sfondo ci sono macerie politiche, quinte che crollano, come il Senato».

Chi vede come big men in campo su queste distese di macerie politiche?

«Berlusconi, poi Grillo, ma soprattutto Renzi. Se Berlusconi e Grillo sono stati i protagonisti delle ultime elezioni politiche, i protagonisti delle Europee saranno Grillo e Renzi».

Cominciamo da Berlusconi. Il fuorionda tra Toti e Gelmini sembra sintetizzare la situazione politica più di ogni analisi, servizio o intervista…

«Succede così anche nella vita normale delle persone. È quello che viene detto alle spalle che svela i veri atteggiamenti di una persona. Tutti noi siamo oggetti di comunicazioni a doppio livello. C’è una parte nascosta nella comunicazione quotidiana. Chi è più fortunato ha meno sdoppiamento, chi è meno fortunato è soggetto ai rischi del doppio livello».

Triste conclusione…

«Ma è così. Ed è sempre più rivelatoria la comunicazione celata, segreta. È umano. Non è un caso che io nella mia vita mi sforzi di applicare un principio zen: comportati in pubblico come quando sei in privato e in privato come quando sei in pubblico».

Dunque anche lei coglie questa inquietudine in Berlusconi, di cui si parla nel fuorionda?

«Non c’è dubbio: sono vari mesi che Berlusconi vive una condizione di profonda sofferenza in vista della pena da scontare. Soprattutto uno come lui, abituato alla completa libertà di movimento. Questa cosa è un supplizio e una nemesi della vita nei suoi confronti. Sarebbe pesante per qualsiasi leader politico, ma lo è a maggior ragione per Berlusconi».

Passiamo al secondo contendente, Matteo Renzi.

«Renzi e Berlusconi si assomigliano come due gocce d’acqua, soprattutto sul piano comunicativo. Sono uno l’erede spirituale dell’altro, anche se ovviamente politicamente sono molto diversi. Ma dal punto di vista comunicativo c’è addirittura qualcosa di più di una somiglianza: c’è una discendenza. Politicamente è l’allievo che alla fine uccide il maestro, come in “Kill Bill” di Tarantino».

Sempre stando al fuorionda tra Toti e Gelmini, si parla del fatto che quello di Berlusconi per Renzi è stato un abbraccio mortale.

«Certo che è stato un abbraccio mortale. Renzi ha totalmente sottratto la scena a Berlusconi. Ha reincanalato tutta l’energia del Cavaliere. Ha trovato un’operazione di transfert quasi psicanalitica. Ha preso la relazione tra Berlusconi e l’opinione pubblica e l’ha caricata su di sé. Gli ha levato il sangue politico e lo ha svuotato. Renzi è come se fosse stato costruito in laboratorio dall’esperienza comunicativa di Berlusconi. Solo che adesso la sua creatura ha svuotato di energia il creatore e l’ha quasi destinato al museo delle cere. Un destino crudele».

Veramente lo ha anche riabilitato quando sembrava all’angolo…

«Quella è stata un’operazione politica che Machiavelli avrebbe definito un capolavoro. Nello stesso tempo in cui ha fatto rinascere Berlusconi, Renzi lo ha fatto uscire dalla tana da cui la sinistra non riusciva a stanarlo e lo ha ucciso, dal punto di vista politico. Lo ha trasformato in una statua di cera».

Come definisce Renzi politicamente?

«Un predatore della politica. Il modo con cui ha tolto la scena ai suoi avversari è impressionante: non se ne sente più parlare. Lo stesso concetto di rottamazione è il concetto di un predatore. Cosa che non è mai stato in realtà Berlusconi, che tenta più di ammaliare l’elettore o l’avversario politico. Cerca di sedurre e non uccide mai nessuno, nemmeno chi lo ha tradito. Se ci pensa, ha ucciso solo se stesso. Un processo di suicidio politico che merita un libro. Come ha costruito il più grande successo di marketing della storia dell’Occidente è riuscito a creare il più grosso fallimento della storia dell’Occidente».

Rimane il terzo protagonista della scena politica: Beppe Grillo.

«Grillo ha capito tutto, ha capito che Renzi ha trasformato in una mummia, politicamente, Berlusconi, mettendolo in una teca, a futura memoria, ed essendo lui l’oggetto del prossimo processo di predazione si muove scompostamente, combatte come un orso. Da tempo ha capito che la lotta è mortale. Renzi, come ha battuto il Cavaliere, così sta sottraendo il terreno del cambiamento del sistema a Grillo. Ora sta tentando di svuotarlo avocando su di sé il cambiamento del sistema di cui parla Grillo. Come se dicesse: non c’è bisogno di lui, il sistema lo cambio io da dentro il Palazzo. E stando ai sondaggi funziona»

Francesco Anfossi

venerdì 4 aprile 2014

Arrivano i nostri! La Bce si pappa i subprime delle banche

Effetto Draghi sui mercati europei Spread sotto i 160 punti. Borse in rialzo
La stampa tedesca: la Bce è pronta ad acquistare Bond dai privati per mille miliardi

Il piano del governatore: liquidità alle banche perché agevolino il credito alle imprese

Domenico Conti
L'Eco di Bergamo 5 aprile 2014

I tasselli si muovono già da un po’ e l’altroieri hanno cominciato a mettersi in fila. Il piano della Bce per sgombrare la strada dal rischio di una deflazione, frenare l’euro e riaccendere la ripresa passa dal credito alle imprese. Nonostante gli appelli (e gli appetiti) di molti governi per l’acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce, il piano che Draghi sta facendo balenare dinanzi ai mercati, con una attenta strategia di comunicazione che già sta producendo effetti, è intervenire invece sui titoli privati. Con l’obiettivo di acquistare dalle banche prestiti a famiglie e imprese in modo da liberare credito per l’economia reale. E i mercati apprezzano: lo spread scende sotto i 160 punti, le Borse sono in rialzo (Piazza Affari + 0,8%)

Lo scenario futuro

Va in questo senso lo scenario, allo studio della Bce, di acquistare «bond» di cui riporta la Frankfurter Allgemeine Zeitung. E non è un caso che i mercati siano in trepidante attesa del rapporto targato Bce-Bank of England che verrà presentato al Fondo monetario internazionale (Fmi) per cambiare la regolamentazione internazionale sugli «Abs» (i titoli garantiti da prestiti e altri asset).

Il linguaggio cifrato di Draghi fa capire che la Bce potrà dispiegare in qualsiasi momento misure convenzionali, come un taglio dei tassi, e continuare a lavorare a interventi non convenzionali che potrebbero delinearsi chiaramente in estate. A Washington, alle riunioni fra l’11 e il 13 aprile, Draghi porterà una proposta di riforma degli Abs che ha pieno «status» europeo e si contrappone agli interessi americani: rivedere la normativa distinguendo fra gli Abs semplici (i «plain vanilla»), garantiti da un mutuo o un prestito a un’impresa, e quelli strutturati. I primi, meno rischiosi, con minor tasso di default, potrebbero così essere rilanciati in Europa dopo la gelata della crisi: le banche impacchettano prestiti ed emettono carta che, con le dovute garanzie, la Bce ricompra liberando credito per l’economia reale. Il nodo è che ne risentirebbe negativamente il mercato americano degli Mbs e dei più rischiosi titoli «strutturati», tornato ai grandi fasti dopo la crisi del 2007 che aveva gelato tutto.
Ecco dunque l’offensiva di Draghi a nome dell’Europa. Anche la frecciata di Draghi al Fondo monetario («dia consigli anche alla Federal reserve») potrebbe essere collegata al confronto con Washington.

Il risparmio gestito

E fra i veterani del mercato c’è chi fa notare che Blackrock, un pezzo da novanta sui titoli strutturati negli Usa, non a caso sta puntando somme ingenti in Italia: «Comprano i crediti e opereranno nel risparmio gestito, tra le banche e le assicurazioni». Un disegno che si articola nel corso dei prossimi mesi e che verrà dosato in modo da orientare i mercati nella direzione giusta. E che probabilmente non esclude affatto, ma anzi è il presupposto di un nuovo maxi prestito alle banche a fine anno in stile inglese. Studiato sì per rifinanziare i crediti in scadenza, ma questa volta con il vincolo che i soldi dovranno essere prestati. Per prestarli, le banche devono liberarsi prima dei crediti problematici che hanno in pancia: il compito spetta agli stress test e, in prospettiva, al nuovo arsenale cui lavora Draghi. E non solo da ora.

mercoledì 2 aprile 2014

Sovranità monetaria della liretta? Sì, da camerieri degli Stati Uniti



http://www.tubechop.com/watch/2469311

A La Gabbia, il talk politico condotto da Gianluigi Paragone, ricordo una vecchia intervista in cui Andreotti spiegava il concetto di sovranità monetaria italiana ai tempi della Lira...