mercoledì 2 gennaio 2013

√ della integrazione degli #zingari


Faida tra rom, terrore in autostrada

Inseguimento e auto speronate, ambulanza presa d'assalto con mazze e spranghe, agenti aggrediti
All'inizio la «fuga» di una giovane, con figlia, dal compagno violento. Le famiglie si sono scatenate

  • L'Eco di Bergamo - Mercoledì 02 Gennaio 2013
  • CRONACA,
  • pagina 17
Un incredibile inseguimento fra famiglie rom rivali ha seminato il panico in A4 la mattina ...
Katiuscia Manenti
Una lite tra conviventi il 31 dicembre si è trasformata in una faida familiare tra due gruppi di rom, che si sono inseguiti e speronati in autostrada arrivando a minacciare i soccorritori del 118 con una pistola.
La fuga dal compagno
Tutto è cominciato a Carobbio degli Angeli, quando verso le 8,30 una ragazza rom di 21 anni che abita in paese è entrata nella pasticceria «In Croissanteria» sulla provinciale: «Aveva una neonata in braccio e ci ha chiesto di chiamare i carabinieri perché il compagno la picchiava e non voleva più tornare a casa – racconta la titolare –. Abbiamo chiamato il 112 e i militari l'hanno portata in caserma».
La ragazza ha pregato i carabinieri di Grumello di accompagnarla al casello dell'autostrada, dove l'aspettavano i genitori e il fratello, che vivono a Gattinara (Vercelli) per trasferirla da alcuni parenti a Biella. Mentre i carabinieri erano in viaggio con la ragazza e la bimba di 3 mesi e mezzo, i parenti del compagno sono partiti all'inseguimento, pronti a riportarla a casa.
Speronamento in autostrada
Al casello di Grumello la ventunenne con la bimba è salita sulla Golf nera su cui c'erano il padre cinquantenne, la madre di 52 anni e il fratello di 20. I cinque sono partiti in direzione di Milano, ma i parenti del compagno li hanno raggiunti, su due auto, una Golf bianca e una Ford C-Max, all'altezza di Agrate. Compiendo manovre che solo per miracolo non hanno portato a una strage, il conducente della Golf bianca, su cui viaggiavano anche due donne, ha speronato l'auto dei fuggitivi, innescando diversi tamponamenti e facendo finire un'auto fuori strada.
Erano le 9,44 e subito sono stati allertati i soccorsi. La prima ad arrivare è stata un'ambulanza di Busnago Soccorso, che ne ha chiamata una seconda e infine altre due da Brugherio e Gorgorzola oltre all'automedica di Monza. La situazione però è subito degenerata dal punto di vista della sicurezza. Tutti i rom, infatti, sono scesi dalle auto e hanno cominciato a litigare furiosamente, aggredendo anche i poliziotti e soprattutto i soccorritori del 118, presi a calci, pugni e spintoni.
Inseguita l'ambulanza
Nel giro di pochi minuti sono arrivati almeno una trentina di rom, di entrambe le famiglie, paralizzando di fatto l'autostrada. Due ambulanze sono riuscite a portare alcuni feriti all'ospedale di Vimercate: si tratta di un uomo di 33 anni e una donna di 25, coinvolti nel maxi tamponamento, le cui condizioni non sono gravi.
Sono intervenute cinque pattuglie della polizia stradale e una dei carabinieri di Monza per cercare di contenere la situazione. Nel frattempo la bimba di 3 mesi e mezzo è stata caricata su un'ambulanza e poi, di nascosto, tutta la famiglia (la mamma con i genitori e il fratello, rimasti illesi) è stata portata su una pattuglia della polstrada alla caserma di Seriate.
I rom inseguitori erano convinti che madre e bimba fossero sull'ambulanza di Busnago Soccorso: su due auto, la Golf bianca e la Ford C-Max, hanno cercato in ogni modo di bloccarla. Ne è nato un rocambolesco inseguimento: l'ambulanza è uscita ad Agrate ed è stata speronata più volte, fino a quando si è fermata. All'interno c'erano l'autista, l'infermiere e due soccorritori. Hanno cercato di scendere per far vedere che l'ambulanza era vuota, ma sono stati subito assaliti: i rom sono scesi dalle auto con mazze e spranghe, uno era armato di pistola. Hanno cominciato a colpire i cristalli laterali, mandandone due in frantumi, poi hanno preso a mazzate una fiancata e il parabrezza. Mentre l'intermiere chiamava il 112, l'autista disperato ha fatto retromarcia ed è riuscito a ripartire, sempre inseguito dai rom. All'altezza di Pessano con Bornago si è ritrovato in una strada che terminava in un campo, per la disperazione ha accelerato ed è riuscito a fare un salto e attraversare un fosso, arrivando dall'altra parte della strada: le auto dei rom fortunatamente sono rimaste incastrate. L'ambulanza è così riuscita ad arrivare alla caserma dei carabinieri di Vimercate, dove hanno sporto denuncia.
Per i quattro membri dell'equipaggio di Busnago Soccorso sono stati momenti di vero terrore. L'autista e l'infermiere, milanesi di 27 e 30 anni, hanno riportato 5 giorni di prognosi ma lo choc li accompagnerà per molto più tempo.
Denuncia per tentato omicidio
Mentre i carabinieri di Vimercate raccoglievano la denuncia del personale del 118, quelli della stradale di Seriate prendevano a verbale la famiglia rom. Il conducente della Golf bianca che li ha speronati, G. O. di 53 anni di Carobbio, padre del compagno della ventunenne, è stato denunciato per tentato omicidio. Ora la polizia è sulle tracce degli altri rom che hanno assalito l'ambulanza: essendo tutti imparentati, non sarà difficile risalire ai loro nomi. La ragazza che fuggiva dal compagno, insieme ai familiari e alla neonata, è stata affidata ai parenti di Biella.

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«Il nostro equipaggio sotto choc
Episodio di una gravità inaudita»

  • Mercoledì 02 Gennaio 2013
  • CRONACA,
  • pagina 17
«Una situazione drammatica, scene da Far West e un'aggressione che i nostri operatori faranno fatica a dimenticare».
È sotto choc anche Simone Della Torre, direttore di Busnago Soccorso, anche se lui, lunedì mattina, non era sull'ambulanza assalita dai rom. Ma i suoi colleghi gli hanno raccontato tutto, minuto per minuto. «L'autista diventerà padre tra dieci giorni e ha passato dei momenti terribili: a livello fisico gli hanno dato 5 giorni di prognosi, ma a livello psicologico sarà molto più difficile recuperare». Della Torre ripercorre la mattinata di paura sull'A4, da quando, alle 9,44, è arrivata la richiesta di soccorso: «Siamo arrivati come prima ambulanza su una chiamata per emergenza multipla, con auto fuori strada e diversi mezzi coinvolti. Arrivati sul posto, vista la situazione, abbiamo chiesto una seconda ambulanza dalla nostra sede. Mentre stabilizzavamo le condizioni dei feriti sono arrivati altri due equipaggi e l'automedica. C'era già una pattuglia della polstrada e gli animi erano molto surriscaldati. Alcuni rom non hanno avuto alcuna remora nell'aggredire gli agenti, rompendo gli occhiali a un poliziotto, ma se la sono presa molto di più con noi: uno dei nostri infermieri è stato colpito con pugni e schiaffi alla testa, al viso e alla schiena. Sono stati i nostri soccorritori ad andare ad aiutarlo. La situazione, però, era davvero pericolosa: quando la polizia ha portato via la bambina e i suoi familiari abbiamo chiesto di essere scortati alla nostra sede, ma non è stato possibile. Così, mentre altre ambulanze portavano in ospedale i feriti, la nostra è uscita ad Agrate diretta a Busnago». Sull'ambulanza c'erano l'autista, l'infermiere (quello già aggredito in autostrada) e due soccorritori. «Non appena sono usciti – racconta Della Torre – due auto di rom li hanno speronati, poi sono scesi armati di spranghe, mazze e uno aveva addirittura una pistola. I quattro uomini dell'equipaggio erano chiusi nell'abitacolo, terrorizzati. I rom erano convinti che trasportassero la bambina, ma non era così. Hanno preso a mazzate due cristalli, poi si sono accaniti su una fiancata: a quel punto l'autista è riuscito a inserire la retromarcia ed è fuggito. I rom sono saliti sulle auto e hanno ripreso l'inseguimento, facendo manovre pericolose e contromano. A Pessano con Bornago sono arrivati in una strada chiusa, confinante con un campo e un fosso: l'autista, per la disperazione, lo ha saltato. È riuscito ad arrivare dalla parte opposta mentre le due auto dei rom si sono incastrate. L'infermiere era al telefono con i carabinieri di Vimercate che li hanno aspettati in caserma con il cancello aperto».
Nella sede dell'associazione sono arrivati tanti messaggi di solidarietà: «Ciò che è successo è davvero grave – aggiunge Della Torre – anche se non vogliamo che si scateni una caccia alle streghe. La nostra associazione ha sempre sostenuto l'integrazione dei rom, ma l'aggressione di lunedì ha colpito tutti e toccato profondamente gli animi».K. Man.

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