sabato 4 agosto 2012

√ Dell'amicizia tra belligeranti

Truppe Africa Italiana - Photo: Archivio centrale dello Stato
non c'entra niente ma visto che stiamo divagando...anni fa in vacanza a montecatini (avrete capito che ho il pallino delle stazioni termali liberty) conobbi un anziano generale di corpo d'armata in congedo.

tra i molti racconti di guerra che mi porgeva con la sua squisita gentilezza, il vecchio soldato me ne fece uno che era ad un tempo una grande lezione di vita. poco prima dell'ingresso dell'italia nella seconda guerra mondiale, giovane capitano, gli venne affidato il comando di una guarnigione in un avamposto nell'africa italiana.

a poca distanza c'era un omologo avamposto francese, e i comandi delle due guarnigioni non tadarono a fraternizzare, scambiandosi visite dapprima di cortesia, poi sempre più frequenti e amichevoli. giocavano a whist, bevevano pastis e parlavano della vita di roma e di parigi, delle damine che avevano lasciato in patria e di tutte le cose di cui discorrono i soldati lontani da casa, ingrossando la nostalgia della madrepatria e della civilissima europa che li aveva partoriti.

la sera dell'entrata in guerra dell'italia, con il famoso discorso di mussolini dal balcome di piazza venezia ("la dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di gran bretagna e di francia..."), il comandante francese e quello italiano si trovavano in uno dei loro cocktail pre-dinner, e rimasero impietriti ad ascoltare in diretta alla radio ad onde corte la buonanima, che con la sua arringa alla nazione cancellava le loro speranze di una vita normale per l'immediato futuro.

riscossisi dallo stupore, gli ufficiali di due nazioni ormai in guerra, quasi ridotti alle lacrime, si dissero addio con una virile stretta di mano, e gli ospiti tornarono incolumi nei loro acquartieramenti.

da allora, proseguiva il generale, fummo entrambi ben attenti ad evitare provocazioni e sconfinamenti reciproci, e non venne sparato un colpo tra le due guarnigioni.

ma cosa sarebbe successo - concludeva con un velo di inquietudine il vecchio combattente - se il fronte africano, per avventura della sorte, si fosse incuneato tra le linee italiane e francesi? se ci fossimo trovati in mezzo tra l'afrika korps di rommel e la royal army inglese? se le sorti del conflitto che avrebbero deciso il destino del mondo fossero dipese in concreto anche da noi?

sicuramente noi e i francesi avremmo dovuto combatterci e ammazzarci in una guerra senza odio, anche se avevamo giocato a whist e bevuto pastis insieme...questa la malinconica conclusione dell'anziano generale.

morale: fortuna che oggi guerre non se ne combattono [quasi] più...

4 commenti:

  1. Bellissimo! È una delle cose che penso spesso negli ultimi tempi, dell'enorme fortuna di non aver mai vissuto una guerra e spero di continuare il primato. Purtroppo in altri paesi la guerra ancora c'è e muoiono d'armi invece che di vecchiaia, come se le malattie non fossero già sufficienti. Un giorno forse non sarà più così e la pace mondiale non sarà più utopia. @iolocambio

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  2. grazie davvero! :D oggi combattiamo una guerra più subdola ma nOn priva di caduti, la guerra economica totale globale...

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  3. Olivati santo cielo, come fai a dire che non ci sono guerre. Senza andare troppo lontano, Marocco Libia e spostandoci di poco Balcani Siria Afghanistan Iraq. Lo sai che i trentenni afgani non sanno cos'è un paese in pace? Coleichelegge

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  4. "morale: fortuna che oggi guerre non se ne combattono [quasi] più...": è detto in modo ironico, come denota l'uso della parola [quasi] tra parentesi quadre :)

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