«Con le macchinette guadagna solo lo Stato»
Photo: slot-machines |
Le attuali slot servono solo allo Stato, che in questi ultimi anni si è messo a fare anche il biscazziere, fiutando il business, incurante dei danni alla salute e al portafogli della gente.
È vero che dai giochi, a seconda dell'accordo con il proprietario e gestore delle slot, si può avere un utile del 5-6% al netto del Preu; ma se si considera la prorata (cioè lo scorporo dell'Iva su quanto rimane) e poi la dichiarazione dei redditi dell'anno successivo, nella quale i guadagni delle slot vanno obbligatoriamente dichiarati con ulteriore perdita di circa il 35% del ricavato, allora se rimane, in definitiva, il 2%, va di lusso.
Anche avendo 4 slot (numero massimo ammesso e legato comunque alla metratura del locale, questo almeno fino a due anni fa) e con un giro di 300.000 euro annui, che non sono pochi, vuol dire dover sobbarcarsi rischi, e una clientela molto particolare, con tanti disperati, che viene sovente emarginata dagli altri clienti. Il tutto per 6.000 euro all'anno: e basta una spaccata notturna a perdere l'incasso netto di uno o due anni. A meno che, cosa diffusa e gravissima, siano gli stessi baristi, una volta chiuso il locale, a mettersi a giocare sulle slot che sanno essere state lasciate «piene» da clienti che hanno perso tutto e non hanno più potuto giocare a causa dei soldi finiti. Così possono guadagnare qualche centinaio di euro extra al giorno, esentasse.
Colgo l'occasione per salutarvi cordialmente.
Lettera firmata
Trezzo sull'Adda
Trezzo sull'Adda
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