Supermario |
Questo freddo di ritorno che evoca cappotti ci fa ricordare un certo loden vuoto.
Proprio oggi, proprio per la chiusura della procedura europea di infrazione per eccesso di debito. Se l’Europa ci ha riammesso nel salotto con un posto libero sul divano; se la smette di guardarci con l’aria
sussiegosa che si riserva ai mentecatti; se ci consente di investire in crescita (magari per pagare i debiti alle aziende) una decina dimiliardi di euro, un piccolo, flebile, impercettibile ma solido grazie a Mario
Monti dovremmo avere il coraggio di dirlo.
«Nessuno si aspetti riconoscenza da un italiano», era solito dire Napoleone, che i francesi per nulla diversi da noi chiamavano l’Imperatore quando vinceva e l’Italiano quando perdeva. Ma dare a Monti ciò che è di Monti ci sembra il minimo. Quindi un enorme grazie agli
italiani, nel senso di cittadini contribuenti, che si sono messi sulle spalle il Paese per impedirgli di rotolare nel fango del fallimento. E un piccolo grazie a Monti che li ha guidati in quegli undici mesi decisivi per salvare la baracca.
Non dimentichiamoci che Monti lo hanno voluto i partiti (soprattutto Berlusconi e Bersani), lo
hanno sostenuto i partiti e lo hanno tradito i partiti mettendosi di traverso quando sarebbe toccato a loro risparmiare. Se oggi i conti tornano, è giusto che torni (a respirare) anche il preside che ha reso possibile la scomoda operazione. Ora vediamo se la politica degli scontrini e dei veti incrociati saprà essere più efficace.
GIORGIO GANDOLA
L'Eco di Bergamo 30/05/13
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