sabato 7 luglio 2012

√ Del diverso e dell'eguale

Hazel eyes - Photo: Helpful Health Tips
Ora mi farò nemici tutti, etero ed omosessuali, ma vorrei dire la mia sul tema della "diversità" che sento come importante e caldo, e non solo perché tutti ne parlano e Giovanardi ne sparla.

Da un punto di vista filosofico-antropologico ho sempre avuto rispetto per un orientamento sessuale differente dal mio, come una realtà che non mi lede in alcun modo e non mi offre alcuna superficie d'attrito. Dal punto di vista della vita pratica e professionale ho sempre prescisso dall'orientamento sessuale per considerare la persona con le sue esigenze e la sua ricchezza interiore, il suo valore umano che chiede assistenza in un momento così importante come la soluzione del problema abitativo. Nella mia professione di agente immobiliare ho servito coppie di gay e lesbiche, tutte ottime persone e clienti corretti, e il nostro rapporto non ha  avuto alcuna increspatura dovuta al loro orientamento sessuale. Ho capito che la cosa è stata capita e apprezzata, segno che non sempre gay e lesbiche vengono trattati in modo "normale".

Lancio una modesta proposta: e se della cosa non si parlasse in modo così enfatico, accettandola come una delle invarianti del mondo e della storia? Vedete come io stesso parlandone sono stato un po' impacciato, camminando sulle uova del politically correct? L'omosessualità è una invariante storica, in ogni tempo e sotto ogni latitudine esiste una quota della popolazione che è omosessuale, così come io ho gli occhi verde-marrone e c'è una minoranza di gente con gli occhi verde-marrone o hazel eyes come dicono gli inglesi. 

Si introducano le dovute aggravanti per i reati commessi per omofobia, una cosa intollerabile e ripugnante, al pari della discriminazione sessuale o razziale. Si novi eventualmente il diritto successorio per consentire alle persone omosessuali di eleggere il loro erede (lo dico "da bar" senza entrare in tecnicismi giuridici sulla quota legittima e disponibile). Si consenta alle coppie omosessuali di assistersi in ospedale senza cadere in divieti nazistoidi che fanno una tristezza infinita. Usciamo una buona volta dal "mito del sangue" della famiglia italiana, i legami non sono quelli che uno si trova ma quelli che uno si sceglie, e ognuno è come è: hazel eyes.
Vedete che non ho parlato delle nozze gay: non ne parlo proprio, non cado nella trappola. 

Invece per fare arrabbiare tutti (oh ma tutti tutti eh) concludo con una domanda: sarà proprio vero che la Chiesa condanna l'omosessualità? Ma condanna in che senso? Certo il Genesi, "maschio e femmina li creò", "andate e moltiplicatevi". Certo, e non poteva essere diversamente, show must go on, generazione dopo generazione. Ma la Chiesa considera l'omosessualità come "disordine oggettivo della sfera sessuale": "disordine" in quanto contrario all'ordo naturalis che porta alla famiglia e alla procreazione, "oggettivo" in quanto uno non se lo sceglie, quindi non è una colpa (hazel eyes, ancora). Certo la Chiesa condanna gli atti sessuali omosessuali, ma in quanto fuori dal matrimonio procreativo: del resto vengono condannati anche gli atti sessuali eterosessuali se fuori dal matrimonio. Ma chiediamoci: il furto viene definito "disordine oggettivo della sfera patrimoniale"? L'omicidio viene definito "disordine oggettivo della sfera interpersonale"? Ripeto (e anche qui lo dico "da bar", si voltino dall'altra parte i teologi): è vera condanna?

E ora basta una buona volta parlare di diversi ed eguali: parliamo di persone.
Ah e incazzatevi tutti, lo sapevo da prima: lo so, è colpa dei miei occhi :)

3 commenti:

  1. commento ricevuto via twitter;

    Il problema è che l'omosessualità viene percepita non come colore degli occhi, ma come colore della pelle o genere sessuale e sebbene siano anche questi determinatt geneticamente, scatenano razzismi e rifiuti, il rifiuto del diverso. Quando finalmente per tutti sarà percepito come colore degli occhi e non della pelle allora tutti diranno "io li preferisco scuri, ma è una questione di gusti, una mera scelta estetica :)

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  2. In linea teorica hai ragione tutto può ridursi alla differenza del colore degli occhi.-
    Certamente no, ma qui purtroppo per far conoscere un non problema e bada bene di un non problema bisogna creare il problema.-
    Purtroppo in giro ci sono tanti Giovanardi, o meglio tante persone che non pensano che l'essere omosessuali sia un problema di colore degli occhi ma pensano che sia un sovvertimento dell'ordine naturale e assieme morale delle cose.... ecco quello è il vero nocciolo della questione, il fatto di chiedere il matrimonio a mio giudizio sta di fatto nel voler creare un problema e mettere di fronte la ns. società a una evidenza.-
    Oramai le coppie gay sono un dato oggettivo della ns. società, ma legalizzare queste coppie no quello sarebbe un vero e proprio sopruso verso l'ordine naturale e morale delle cose, ecco che io allora a gran voce chiedo il riconoscimento di tutte le persone che come me omosessuali vivono una vita a metà.-
    Una vità a metà, perchè scoprono che quando hai bisogno il tuo compagno è lì ma per te difronte agli altri non è nessuno, improvvisamente scopri che devi correre in banca a cointestare il conto corrente perchè del domani non v'è certezza, scopri che della tua casa magari arredata assieme è meglio fare testamento anche se state assieme da 15 anni anche se quello ti fa paura (a quaranta anni), scopri che trovi dei medici comprensivi e ti dicono che parlano volentieri anche con il tuo compagno e altri preferiscono un famigliare, scopri che per una tac devi dare il consenso informato e che per farti operare e non sai come ti svegli ti devi raccomandare a 1.000 persone che lui sia lasciato al mio fianco sino a che lo desidera...., scopri che chissa speriamo di no ma che potrebbe prendersi dei giorni di permesso e invece non può, se non chiedere delle ferie, noi due stiamo assieme da 15 anni e io sono fortunato forse questa malattia la sconfiggerò vedremo per ora è passata ma se lui non fosse stato al mio fianco cosa avrei fatto, sarei dovuto tornare a vivere da mio padre specialmente in certi momenti e invece ho vissuto a casa mia e qualcuno si è preso cura di me e ora mi dite che non siamo famiglia.....
    Caro Giuliano sarebbe troppo bello ridurre tutto al colore degli occhi ma purtroppo non è così.-

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  3. credo che la pensiamo nello stesso modo in molte cose. sui "diritti" non si discute come ho scritto chiaramente: è una battaglia di civilità. sulle nozze gay io soprassiederei, in quanto poi parte un ginepraio e non vorrei che alla fine si perdessero anche i diritti (che ora infatti mica ci sono, salvo il testamento sulla quota disponibile, che io estenderei rispetto alla legittima proprio per dare maggiore libertà)...magari sbaglio. un grande abbraccio.

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