venerdì 4 aprile 2014

Arrivano i nostri! La Bce si pappa i subprime delle banche

Effetto Draghi sui mercati europei Spread sotto i 160 punti. Borse in rialzo
La stampa tedesca: la Bce è pronta ad acquistare Bond dai privati per mille miliardi

Il piano del governatore: liquidità alle banche perché agevolino il credito alle imprese

Domenico Conti
L'Eco di Bergamo 5 aprile 2014

I tasselli si muovono già da un po’ e l’altroieri hanno cominciato a mettersi in fila. Il piano della Bce per sgombrare la strada dal rischio di una deflazione, frenare l’euro e riaccendere la ripresa passa dal credito alle imprese. Nonostante gli appelli (e gli appetiti) di molti governi per l’acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce, il piano che Draghi sta facendo balenare dinanzi ai mercati, con una attenta strategia di comunicazione che già sta producendo effetti, è intervenire invece sui titoli privati. Con l’obiettivo di acquistare dalle banche prestiti a famiglie e imprese in modo da liberare credito per l’economia reale. E i mercati apprezzano: lo spread scende sotto i 160 punti, le Borse sono in rialzo (Piazza Affari + 0,8%)

Lo scenario futuro

Va in questo senso lo scenario, allo studio della Bce, di acquistare «bond» di cui riporta la Frankfurter Allgemeine Zeitung. E non è un caso che i mercati siano in trepidante attesa del rapporto targato Bce-Bank of England che verrà presentato al Fondo monetario internazionale (Fmi) per cambiare la regolamentazione internazionale sugli «Abs» (i titoli garantiti da prestiti e altri asset).

Il linguaggio cifrato di Draghi fa capire che la Bce potrà dispiegare in qualsiasi momento misure convenzionali, come un taglio dei tassi, e continuare a lavorare a interventi non convenzionali che potrebbero delinearsi chiaramente in estate. A Washington, alle riunioni fra l’11 e il 13 aprile, Draghi porterà una proposta di riforma degli Abs che ha pieno «status» europeo e si contrappone agli interessi americani: rivedere la normativa distinguendo fra gli Abs semplici (i «plain vanilla»), garantiti da un mutuo o un prestito a un’impresa, e quelli strutturati. I primi, meno rischiosi, con minor tasso di default, potrebbero così essere rilanciati in Europa dopo la gelata della crisi: le banche impacchettano prestiti ed emettono carta che, con le dovute garanzie, la Bce ricompra liberando credito per l’economia reale. Il nodo è che ne risentirebbe negativamente il mercato americano degli Mbs e dei più rischiosi titoli «strutturati», tornato ai grandi fasti dopo la crisi del 2007 che aveva gelato tutto.
Ecco dunque l’offensiva di Draghi a nome dell’Europa. Anche la frecciata di Draghi al Fondo monetario («dia consigli anche alla Federal reserve») potrebbe essere collegata al confronto con Washington.

Il risparmio gestito

E fra i veterani del mercato c’è chi fa notare che Blackrock, un pezzo da novanta sui titoli strutturati negli Usa, non a caso sta puntando somme ingenti in Italia: «Comprano i crediti e opereranno nel risparmio gestito, tra le banche e le assicurazioni». Un disegno che si articola nel corso dei prossimi mesi e che verrà dosato in modo da orientare i mercati nella direzione giusta. E che probabilmente non esclude affatto, ma anzi è il presupposto di un nuovo maxi prestito alle banche a fine anno in stile inglese. Studiato sì per rifinanziare i crediti in scadenza, ma questa volta con il vincolo che i soldi dovranno essere prestati. Per prestarli, le banche devono liberarsi prima dei crediti problematici che hanno in pancia: il compito spetta agli stress test e, in prospettiva, al nuovo arsenale cui lavora Draghi. E non solo da ora.

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