domenica 6 aprile 2014

Renzi ha ucciso Silvio, e il prossimo e' Grillo

«L’allievo ha ucciso il maestro, come in Kill Bill»
L'Eco di Bergamo, 6 aprile 2014

«C’è qualcosa di dramatico sulla scena politica italiana di questi mesi», ci dice Alessandro Amadori, politologo ed esperto di comunicazione, autore di diversi volumi su Berlusconi. «Siamo allo scontro amletico, ai duelli omerici tra big men. Quelli della Seconda Repubblica in confronto erano minuetti settecenteschi».

Perché parla di duelli amletici?

«Stiamo assistendo a una distruzione del sistema che sarebbe parso inimmaginabile dodici mesi fa. I toni sono da scontro per la vita e per la morte (politicamente parlando). E sullo sfondo ci sono macerie politiche, quinte che crollano, come il Senato».

Chi vede come big men in campo su queste distese di macerie politiche?

«Berlusconi, poi Grillo, ma soprattutto Renzi. Se Berlusconi e Grillo sono stati i protagonisti delle ultime elezioni politiche, i protagonisti delle Europee saranno Grillo e Renzi».

Cominciamo da Berlusconi. Il fuorionda tra Toti e Gelmini sembra sintetizzare la situazione politica più di ogni analisi, servizio o intervista…

«Succede così anche nella vita normale delle persone. È quello che viene detto alle spalle che svela i veri atteggiamenti di una persona. Tutti noi siamo oggetti di comunicazioni a doppio livello. C’è una parte nascosta nella comunicazione quotidiana. Chi è più fortunato ha meno sdoppiamento, chi è meno fortunato è soggetto ai rischi del doppio livello».

Triste conclusione…

«Ma è così. Ed è sempre più rivelatoria la comunicazione celata, segreta. È umano. Non è un caso che io nella mia vita mi sforzi di applicare un principio zen: comportati in pubblico come quando sei in privato e in privato come quando sei in pubblico».

Dunque anche lei coglie questa inquietudine in Berlusconi, di cui si parla nel fuorionda?

«Non c’è dubbio: sono vari mesi che Berlusconi vive una condizione di profonda sofferenza in vista della pena da scontare. Soprattutto uno come lui, abituato alla completa libertà di movimento. Questa cosa è un supplizio e una nemesi della vita nei suoi confronti. Sarebbe pesante per qualsiasi leader politico, ma lo è a maggior ragione per Berlusconi».

Passiamo al secondo contendente, Matteo Renzi.

«Renzi e Berlusconi si assomigliano come due gocce d’acqua, soprattutto sul piano comunicativo. Sono uno l’erede spirituale dell’altro, anche se ovviamente politicamente sono molto diversi. Ma dal punto di vista comunicativo c’è addirittura qualcosa di più di una somiglianza: c’è una discendenza. Politicamente è l’allievo che alla fine uccide il maestro, come in “Kill Bill” di Tarantino».

Sempre stando al fuorionda tra Toti e Gelmini, si parla del fatto che quello di Berlusconi per Renzi è stato un abbraccio mortale.

«Certo che è stato un abbraccio mortale. Renzi ha totalmente sottratto la scena a Berlusconi. Ha reincanalato tutta l’energia del Cavaliere. Ha trovato un’operazione di transfert quasi psicanalitica. Ha preso la relazione tra Berlusconi e l’opinione pubblica e l’ha caricata su di sé. Gli ha levato il sangue politico e lo ha svuotato. Renzi è come se fosse stato costruito in laboratorio dall’esperienza comunicativa di Berlusconi. Solo che adesso la sua creatura ha svuotato di energia il creatore e l’ha quasi destinato al museo delle cere. Un destino crudele».

Veramente lo ha anche riabilitato quando sembrava all’angolo…

«Quella è stata un’operazione politica che Machiavelli avrebbe definito un capolavoro. Nello stesso tempo in cui ha fatto rinascere Berlusconi, Renzi lo ha fatto uscire dalla tana da cui la sinistra non riusciva a stanarlo e lo ha ucciso, dal punto di vista politico. Lo ha trasformato in una statua di cera».

Come definisce Renzi politicamente?

«Un predatore della politica. Il modo con cui ha tolto la scena ai suoi avversari è impressionante: non se ne sente più parlare. Lo stesso concetto di rottamazione è il concetto di un predatore. Cosa che non è mai stato in realtà Berlusconi, che tenta più di ammaliare l’elettore o l’avversario politico. Cerca di sedurre e non uccide mai nessuno, nemmeno chi lo ha tradito. Se ci pensa, ha ucciso solo se stesso. Un processo di suicidio politico che merita un libro. Come ha costruito il più grande successo di marketing della storia dell’Occidente è riuscito a creare il più grosso fallimento della storia dell’Occidente».

Rimane il terzo protagonista della scena politica: Beppe Grillo.

«Grillo ha capito tutto, ha capito che Renzi ha trasformato in una mummia, politicamente, Berlusconi, mettendolo in una teca, a futura memoria, ed essendo lui l’oggetto del prossimo processo di predazione si muove scompostamente, combatte come un orso. Da tempo ha capito che la lotta è mortale. Renzi, come ha battuto il Cavaliere, così sta sottraendo il terreno del cambiamento del sistema a Grillo. Ora sta tentando di svuotarlo avocando su di sé il cambiamento del sistema di cui parla Grillo. Come se dicesse: non c’è bisogno di lui, il sistema lo cambio io da dentro il Palazzo. E stando ai sondaggi funziona»

Francesco Anfossi

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