martedì 3 dicembre 2013

#twitter: il fight club 2.0?

cyberbullismo che passione. mostrare i muscoli, o meglio i denti come fanno i cani prima di azzannarsi tra di loro, è sempre più in voga su twitter e piattaforme affini, infestate da squadre di cazzari devoti all'ultraviolenza verbale. purtroppo sui social si confonde la critica e anche la satira (che ci stanno tutte) con l'insulto e la minaccia. anzi non solo sui social, anche in tv e in ogni forma di comunicazione, politica e non. su twitter come citi temi come l'euro ad esempio o i no tav ti saltano addosso una dozzina di fake e troll. è una strategia scientifica, dietro c'è qualcuno pagato da qualcun altro per fare il cybersquadrista. il tutto porta ad una specie di fight club di dementi, bonificabile solo bannando i teppisti pixelati.
Fight Club [photo: My Bookshelf Review]

chi spende tempo e denaro per inquinare twitter ne ha evidentemente colto la potenza mediatica e la capacità di amplificare parole d'ordine politiche, meglio se estreme, strampalate, paradossali, complottarde ma ad effetto. anche su youtube i video più cliccati e commentati sono quelli sugli alieni che cospirano coi massoni per imporre il signoraggio diffondendo le scie chimiche. sui social si riversa una generazione di scontenti, disoccupati, rivoluzionari da tastiera, onanisti mentali e non, che usano il web come sfogatoio di massa.

va benissimo, intendiamoci, macché censura, tutto fa brodo, anything goes. il fenomeno è anzi parte integrante del fascino trash dei social network. cosa sarebbe twitter senza i flame dove poi tutti si bannano rabbiosamente a vicenda o youtube senza i video demenziali con migliaia di commenti dementi? però è sotto gli occhi di tutti l'impoverimento del dibattito, ridotto a tenzone di lepidezze (se va bene) o di insulti (quando degenera, cioè spesso). 

anche in tv ormai si parla come su twitter, con frasette acidelle e ad effetto. anche quando i tempi televisivi lo consentirebbero (tipo a "porta a porta") non serve argomentare la dimostrazione delle proprie ragioni, importa solo "fare la bella figura" con una battuta da retweet che lasci l'avversario senza parole, al tappeto. alla logica e alla dialettica si sostituisce la retorica gimnosofistica di chi oggi sostiene una tesi e domani la tesi opposta, senza alcuna onestà intellettuale, pur di portare acqua al suo mulino (esempio: "cipro e islanda, due pesi e due misure". ma ce ne son tanti altri). ormai si tuitta anche nella dialettica politica, renzi ad esempio ha successo perché è un grande battutista da 140 caratteri anche nelle sue infinite dichiarazioni tv. del politico si deve dire "che figo" più di "che bravo", lingua sciolta e battuta pronta valgono più di mille programmi di governo.

questo fenomeno di devoluzione della logica e demenzializzazione del dibattito politico-mediatico è destinato a radicalizzarsi sempre più. io che ho capito dove andiamo a finire mi sto preparando: famo a gara de rutti?!?





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