sabato 16 giugno 2012

√ Biscottificio Italia: un calcio all'onestà


Gigi Buffon - Photo: Bonusscommessesportive

L’EDITORIALE
Temiamo 
il biscotto?
Sappiamo 
come si fa

  • Sabato 16 Giugno 2012
  • L'Eco di Bergamo

I cani da tartufo del calcio italiano sentono l'odore. Sono segugi mica da ridere. Se c'è un biscotto in giro, te lo beccano a distanza di chilometri. E adesso, sentono forte l'odore, un odore con un ché di familiare. Fa semplicemente sorridere il timore italiano che, adesso, Spagna e Croazia si mettano d'accordo per confezionare un bel 2-2 nel match di lunedì sera, e insieme un bel biglietto per il charter italiano di ritorno. Fa sorridere, perché solo una manciata di giorni fa il capitano della nostra nazionale, la supposta vittima, esponeva con una nonchalance da faccia di tolla la teoria del «meglio due feriti che un morto». Tradotto: una mano lava l’altra, e pazienza per quelloche poi paga il conto di tutto.
Adesso l’affare si complica, 
perché se i due feriti fosseroSpagna e Croazia, il morto sarebbe l’Italia. E infatti, è scattata la corsa a chi sospetta di più. Sarà una partita che i cani da tartufo del calcio italiano vivisezioneranno in ogni dettaglio. Una tac per ogni passaggio all’indietro, timbri di autenticità per ogni palla svirgolata. Per non parlare dell’arbitro: dietro ogni rigore ci sarà una bustarella sicura.
Ecco: se la corsa al sospetto è cominciata subito dopo le due partite di giovedì, ci sono due belle ragioni. La prima, ineludibile: un biscotto all’Italia l’hanno fatto per davvero,
nel 2004, quegli artisti di Svezia e Danimarca. E anche quella volta il savoiardo arrivò con
un bel 2-2. La seconda, a nostro avviso ben più corposa, va ricercata nella cultura
(anti)sportiva del calcio italiano. È infatti curioso che un movimento calcistico che da oltre
un anno è invischiato fino al collo nel fango del calcioscommesse, che coinvolge almeno
quattro categorie, con calciatori che frequentavano più boss malavitosi che veline, è
curioso che un movimento così alzi il ditino lanciando il sospetto su altri. Certo, non cadiamo dalle nuvole: il calcio non è un mondo di ballerine e la possibilità del biscotto, lunedì sera, c’è.

Ma che siano 
proprio gli italiani ad aprire il dibattito, insomma, fa specie.
Il problema è questo: gli italiani la cultura del biscotto, dell’accordino, del dar di gomito
che tanto nessuno ci vede, ce l’hanno dentro. È perfetta l’enunciazione di Buffon: è la fotografia di quel che tanti pensano, e ancor più grave tollerano, considerano normale. 
Se adesso temiamo il biscotto di Spagna e Croazia, insomma, è perché sappiamo bene
come si fa, è perché in Italia si pensa sempre che oltre al campo ci sia anche una seconda via
per farla franca, è perché c’è sempre più la sensazione di un calcio perennemente con le mani in pasta, con fior di liberi docenti in biscottologia sempre pronti a tenere lezioni.

Abbiamo mezza serie A che fa la passerella dal giudice Palazzi, classifiche che si sconvolgeranno, e c’è ancora il coraggio di sospettare. Perché?
Perché, nei panni della Croazia, avremmo già fatto una telefonatina all’amico degli amici, che conosce uno che la sa lunga, cugino di un altro che alla fine dice che se po’ ffa.
Roberto Belingheri

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