giovedì 15 novembre 2012

√ #Motocicletta, 10 HP

Crash

Oggi ho fatto un incidente. Non mi succede mai, e infatti stavolta son stato tamponato, son incidentato e non incidentante. Ero sull'asse interurbano di Bergamo (equivalente orobico della tangenziale milanese), era l'una del pomeriggio, ero sulla smartina aziendale con la donna misteriosa della mia vita (#lamoglie) quando dopo Seriate in direzione Bergamo abbiamo trovato colonna. Quindi ho frenato, preoccupandomi, e col sollievo di non tamponare. Poi ho visto nel retrovisore il motociclista. Cazzo va troppo forte, questo ci viene addosso, ho il tempo di esclamare e bang! ci ha presi, nello specchietto laterale lo vedo rotolare sull'asfalto e la moto mi supera strisciando per terra sulla destra (bruttissima visione). Io e #lamoglie gridiamo all'unisono (21 anni di coniugio ci hanno insegnato a urlare insieme) e scattiamo fuori, pensando di trovarlo morto, minimo è morto.

Il motociclista

Il morto è in piedi, si toglie il casco e si prende la testa tra le mani, gemendo e disperandosi. Intorno le macchine sfrecciano di qua e di là, è la situazione post incidente più pericolosa lo so. Buoni samaritani? Neanche a parlarne, ma va detto che anche fermarsi è pericoloso, manca la corsia d'emergenza. La moto è riversa sull'asfalto accesa, un po' sgarbellata. Un motorone crucco che ne basta la metà, avrà il doppio dei cavalli della mia Smart. "Buongiorno", gli dico, "son cose che capitano". Lui farfuglia qualcosa, io sempre didascalico: "Lei ora è sotto shock". Va a spegnere la moto ma non sappiamo bene che fare, lo invito a sedersi e lui ovviamente sta in piedi. E' un sessantenne coi capelli e i baffi grigi, la faccia simpatica. Si sente in colpa dice cose strane (è scioccato) e a me la situazione non mi sta piacendo ma per niente, anche perché siamo su un cavalcavia a ringhiera bassa. "Devo mettere il triangolo",  dico a #lamoglie che nel frattempo è impallidita, ma non faccio in tempo ad andare alla macchina che...

Chiamo esercito

Out of the blue arriva una camionetta dell'esercito, una jeep con livrea mimetica. Sembra un film, ma chi li ha chiamati questi? #Lamoglie a bocca aperta cita il sindaco Alemanno, "chiamo esercito...": le Forze armate democratiche son venute a noi. Scendono tre soldati, due uomini e una donna in tenuta da combattimento con la tuta leopard e gli anfibi, tre bei tipi, giovani, molto sicuri di sé che prendono immediatamente in mano la situazione. Meno male che sono professionisti di firma e non di leva come una volta, penso. Hanno una procedura, si vede subito. Uno si mette dietro la camionetta con la giacca catarifrangente segnalando l'ostacolo alle auto che arrivano, la ragazza prosegue l'ideale cordone davanti alla moto incidentata, il capopattuglia ci coordina. "Non spostiamo la moto che arriva la polizia, abbiam chiamato anche l'ambulanza, signora è pallida si sieda nel mezzo [la camionetta è "il mezzo"], signore l'ambulanza è anche per lei, lei che guidava la macchina mi spieghi la dinamica...". Nel frattempo avvertono la loro destinazione a Ponte San Pietro che stan facendo assistenza ad un incidente e tarderanno, segno che hanno ordine di prestare soccorso in simili casi: "e bravo esercito, mi piace", penso.

Happy ending

Dall'insidioso caos post incidente siamo ormai in piena operazione militare. D'incanto il motociclista cessa di fare discorsi strani (c'è l'esercito...), #lamoglie si ritrova con un bel colpo di frusta (preconizzato dalla soldatessa), io e il signore in attesa dell'ambulanza facciamo la constatazione amichevole e tutti chiedono agli altri se stian bene, salvo che nessuno lo chiede ai soldati che per definizione son combat ready. Arriva l'ambulanza a sirene spiegate, nel frattempo qualche infelice in macchina strombazza ai militari, infastidito dal non poterci travolgere a 120 all'ora. Al motoclista che rifiuta il ricovero (miracolato, non si è nemmeno strappato i jeans) fan firmare la liberatoria, #lamoglie finisce al pronto soccorso delle Gavazzeni dove le danno parecchi giorni di collare, io rimando gli appuntamenti del pomeriggio.

Morale

E' andata di lusso, secondo il classico paradigma del "culo nella sfiga". Il motociclista non teneva la distanza ma è riuscito a frenare, tamponandoci a bassa velocità (se no ciao) e non si è fatto pressoché nulla. Dietro di noi non avevamo il Tir Danese Impazzito, mio ricorrente incubo stradale, e nessuno ci è venuto addosso (se no ciao). L'esercito ci ha fatto da centro assistenza a gratis, evitando il rischio postaccidentale che è gravissimo su autostrade e superstrade (grazie ragazzi, voi onorate il tricolore e non lo dico con la solita ironia). La Smart viaggia ma è un po' rincagnata a tergo, per fortuna ci penserà l'assicurazione, è la macchina più cara del mondo coi pezzi di ricambio. Last but not least #Lamoglie: se non succedeva era meglio, ma anche questa volta sopravviverà. E io...beh chi mi ammazza a me? :)

E ora, per premiarvi, "Il tempo di morire" dell'immortale Lucio Battisti

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