L'economista prof: Tancredi Bianchi [photo: L'Eco di Bergamo] |
Se il governo potesse guidare serenamente il Paese, potrebbe non tenere in prima considerazione preoccupazioni elettorali e di partito e, anziché ricercare gli incentivi della ripresa in Imu e Iva, stimolerebbe le iniziative di investimenti, vera fonte di nuova occupazione, con la moderata tassazione, o anche la temporanea esenzione, del «nuovo». Ossia di quanto giova per cambiare o implementare l’esistente. Val dire, seguirebbe la strada più antica del buon governo dell’economia: una politica perpremiare chi vuole intraprendere e cooperare all’impresa. L’Italia si salvò così tante volte: con le esenzioni venticinquennali sui nuovi immobili; con
l’esenzione decennale dei redditi delle nuove imprese; con gli ammortamenti accelerati per i nuovi investimenti... Le agevolazioni tributarie per il
«nuovo» riguardano appunto il futuro, che tutti desideriamo migliore del presente. Non minacciano di porre in disordine i conti pubblici. Attendono nuove entrate dalla produzione di nuova ricchezza e da una società nuova che ha ritrovato la speranza.
Tancredi Bianchi, L'Eco di Bergamo 24/07/13
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