lunedì 10 giugno 2013

la scelta tra la peste e il colera

la scelta tra la peste e il colera
mai come oggi la politica pare aver perso la capacità non si dice di entusiasmare, ma persino di richiamare alle urne gli elettori. il dato delle elezioni per il sindaco di roma è emblematico e sconfortante: l'affluenza al ballottaggio registra un calo di sette punti sul già basso dato del 52,3% al primo turno, arrestandosi  al 45,03%. significa che a 5,5 romani su 10 nun je ne può fregà de meno di scegliere tra due candidati evidentemente non ritenuti nemmeno degni di essere votati.

insomma siamo a quella che un proverbio tedesco chiama "la scelta tra la peste e il colera", ossia tra due malattie della quale si fa fatica a individuare la meno mortale: e in questo dubbio, non potendosi più nemmeno turare il naso, il popolo se ne va al mare.

non va meglio negli altri comuni in ballottaggio: i dati diffusi del viminale indicano che in media nazionale si sono recati alle urne solo  il 51% degli aventi diritto, con un calo record di17 punti sul dato già basso del primo turno (68,1%).

il dato politico delle elezioni tra roma e il resto d'italia? a caldo possiamo dire che sono almeno 4:
  1. fortissimo astensionismo, che dovrebbe far suonare non il campanello ma la sirena d'allarme alla politica italica tutta quanta
  2. stanchezza e sfaldamento del centrodestra (allargato alla lega)
  3. scoppio della bolla movimento 5 stelle
  4. nel caos della crisi politica regge solo l'apparato della militanza post-comunista ("compagni, il comunismo è disciplina"), seppur  ampiamente minoritario rispetto al corpo elettorale (gli "aventi diritto al voto")
possiamo dire che si tratta di segnali inquietanti per la tenuta della struttura politica del nostro sistema-paese? che la fuga dei cittadini dall'elettorato attivo non è  mai preludio di democrazia ma, spesso, di soluzioni autoritarie, dato che crea un vuoto politico di facile riempimento da parte del mito italico dell'uomo forte, con le palle ecc.?

per chi non ha perso la passione della politica come cura della cosa pubblica, la domanda è: quando nascerà una compagine politica capace di fare sintesi delle istanze della maggioranza silenziosa dei cittadini, disgustata dai politicanti di ieri, oggi e (dio non voglia) domani? un partito o movimento o come lo volete chiamare, che riesca a dare a queste istanze risposte politiche concretamente spendibili invece del solito mix di fumo senza arrosto, annunci interrotti e stanche promesse da marinaio?

perché quando un simile partito politico nascesse, con idee chiare e concrete e facce pulite, con teste pensanti pronte a sporcarsi le mani con la res publica invece di starsene sul ponte di comando in azienda o  nell'aria condizionata dei loro studi professionali; quando una simile nuova forza politica nascesse, rischierebbe addirittura di intercettare la maggioranza dei delusi da questa inguardabile politica politicante italiana.



4 commenti:

  1. Analisi perfetta, lucida e impietosa.
    Nulla da aggiungere, nulla da togliere.
    Speriamo che "qualcosa" capace di interpretare e rispondere fattivamente ai bisogni sempre più incalzanti, del Paese, possa presto palesarsi. L'uso del "qualcosa" al posto di "qualcuno" non è casuale!
    Ce ne sarebbe davvero urgenza. Peccato che all'orizzonte, all'estremo confin del mare, non scorgo il levarsi di un solo fil di fumo!! Che dire di più?!
    Luvi1904

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    1. siamo adunque condannati a sopravvivere in questo eterno lazzaretto? ^_^

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  2. Condivido tutto tranne una cosa. E' vero, da troppi anni ci si fa illudere da facili promesse, che vengono puntualmente disattese, e questo porta all'astensionismo o alla scelte del meno peggio.
    Tuttavia non credo che il blocco della militanza post comunista sia così in vita.
    Alle politiche hanno preso un bello schiaffone e alle amministrative si vota la persona e in minima parte il partito.
    In ogni caso è probabile che le dirigenze Pd e Sel si illudano e vogliano credere che il risultato delle amministrative sia merito delle loro trovate politiche, ma non è così.
    In un Italia soffocata dalle tasse, gli italiani non voteranno mai a livello governativo chi viene percepito come "metti tasse".
    Per il resto: Marino non ha vinto perché è Marino o è appoggiato dal Pd, ma perché dall'altra parte c'era Alemanno. Infatti, leggendo i tweet, si tende ad esultare per la sconfitta dell'uno piuttosto che la vittoria dell'altro.
    Insomma...si vota sempre per il meno peggio, o meglio...si vota contro qualcuno e non per qualcuno.

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    1. interessanti considerazioni però il centrosinistra ha vinto in tutta Italia e questo qualcosa vorrà pur dire...

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